Lo sciamanesimo è stato il primo approccio dell'essere umano al Sacro, al mondo degli spiriti dove tutto è Potere e Consapevolezza, ed ora, dopo decine di migliaia di anni può ancora insegnarci qualcosa.
Inutile dire che, nel frattempo, l'uomo non è più quello del lontano passato in cui i nostri occhi erano abituati alla luce delle stelle ed i nostri piedi conoscevano la forma dei sassi.
Lo sciamanesimo ci parla in una lingua che abbiamo dimenticato, il cui suono ci affascina come una melodia da tempo perduta che risveglia in noi ricordi lontani, sensazioni mai vissute, odori di terra, vento e libertà, di cui, purtroppo, non riusciamo a ricordare le parole ne a capire il significato.
Penso alla fiaba di cappuccetto rosso, di come ascoltandola ci sia impossibile provare il terrore di chi viveva tra i boschi e i lupi li conosceva davvero, di chi li temeva sapendo che il loro arrivo poteva significare la perdita degli animali, la rovina economica della famiglia,o peggio, la mancanza di cibo, la morte.
Ecco, pur facendo questo ragionamento mi sfiora soltanto un piccolo brivido, il ricordo di quando una notte, nel bosco, ho sentito il lungo ululato di un lupo. Nulla di pericoloso, ovvio, ma qualcosa, dentro di me, si è mosso, un filo di gelo mi è sceso lungo la schiena per ricordarmi di quei tempi lontani.
Nello stesso modo, noi sentiamo il richiamo degli Spiriti e dell'Altra Realtà, ascoltiamo la saggezza degli antichi sciamani senza poter comprendere o, molto peggio, dando significati errati a quanto ascoltato.
Come una frase detta da una persona sconosciuta, presa e privata del suo contesto, lo sciamanesimo perde la sua natura originale, il suo essere pratico, incisivo, spietato e compassionevole al tempo stesso. Perdita che avviene con il beneplacido, intendiamoci, di chi ci vede un facile guadagno, di chi vuole trasformare la spiritualità in un'altro prodotto luccicante da mettere in mostra tra gli scaffali dei supermercati dello spirito. La spinta in questa direzione è forte, ci sono poteri che vedono una minaccia in tutto ciò che porta l'essere umano a superare l'individualità, a maturare una visione del mondo differente da quella ufficiale, ad avere uno scopo, una meta, un Sogno.
Come superare dunque questo gap generazionale accumulato tra noi e i nostri lontani antenati?
Il divario è enorme, se da un lato abbiamo una mancanza di esperienze vissute dall'altra abbiamo una sovrabbondanza di dati e conoscenze spesso inutili, frammentarie o false, un fossato e un muro, insieme.
Sento molte persone parlare di sciamanesimo come di un corso di karate, lo scopo è arrivare alla cintura nera, a quel punto sei sciamano, gli spiriti ti danno il diploma e lo metti in camera da letto vicino alle medaglie vinte a scuola e ai trofei delle gare di pesca.
Ormai l'importante è il possesso, si vede benissimo osservando le persone e le automobili, l'importante è averne una grossa e bella, quando dovremmo più che altro chiederci dove dobbiamo andare.
Lo sciamano però esiste in un contesto tribale, è al servizio di una comunità con la quale condivide, almeno in parte, la sua visione del mondo, gli spazi e le esperienze, questo ci fa capire che per poter parlare una lingua comune è assolutamente necessario vivere in modo sciamanico.
A questo punto causa ed effetto si confondono, eppure, intraprendere un percorso di questo tipo significa iniziare un processo di trasformazione, della nostra vita, di noi stessi e del modo in cui viviamo e vediamo il mondo.
E' una strada di ricerca, ricerca di noi stessi, del nostro Sogno, di una vita in equilibrio con la natura e con tutto ciò che abbiamo intorno.
Affermare che il solo modo di capire davvero lo sciamanesimo sia di vivere una vita sciamanica è come dire che per capire la favola di cappuccetto rosso si deve vivere tra i boschi e conoscere i lupi.
A qualcuno sembrerà una cosa ovvia, ad altri, abituati a comprendere la realtà tramite lo studio e le informazioni, risulterà meno famigliare.
Eppure è assolutamente così.
Lo scopo di un percorso sciamanico non dovrebbe essere diventare sciamani tanto quanto lo scopo di essere cristiani non è farsi prete.
Lo scopo dipende da noi, dal nostro Sogno e dai nostri desideri, che cambieranno man mano che li si raggiunge o che il nostro percorso ci cambia.
Lo sciamanesimo ci fornisce dei mezzi, lo sciamano è una persona specializzata in questo, chi acquisisce queste competenze le usa per seguire la sua direzione e migliorare la proprie esistenza.
Per fare questo è necessario saper integrare la conoscenza sciamanica,pratica, nella vita che normalmente facciamo.
La maggior parte delle persone, a questo punto, si trova a sbattere contro un muro.
L'esistenza che conduciamo spesso ci ostacola in questo obbiettivo.
Il lavoro e i ritmi frenetici, gli impegni e la routine non ci lasciano le energie e il tempo di fermarci ad osservare le stelle, invisibili nel cielo offuscato delle nostre città.
La natura selvaggia delle foreste tropicali o dei deserti non è indispensabile, ma il parchetto sotto casa è una composizione povera, il suo spirito è debole, il potere basso.
Nemmeno il nostro corpo ci aiuta, ingozzarci di cibi scadenti e in cattiva forma fisica,risultiamo lenti, annebbiati e l'altra realtà, quando suoniamo il tamburo nel soggiorno, attenti a non svegliare i vicini, non ci apre le sue porte.
La pratica sciamanica sembrerebbe dunque confinata a quei weekend di seminari che ci si prende, faticosamente, il tempo di fare, ritagli di Tempo Sacro che stentiamo a inserire nel nostro vivere quotidiano.
Eppure, sempre più spesso vedo persone che si ritagliano uno spazio, si trovano il loro territorio dove percorrere la via. Complice la crescente instabilità del mondo di oggi, dove si cambia lavoro, casa, e compagnie con molta più facilità e tranquillità rispetto al passato, chi vuole vivere il proprio Sogno, pur rimanendo in contatto con la società, cambia gli aspetti più costrittivi della propria vita facendo della precarietà un mezzo per non avere catene.
Ho conosciuto chi è andato a vivere in luoghi immersi nella natura, chi ha scelto un lavoro che gli lasciasse uno spazio vitale soddisfacente, chi viaggia e non si ferma mai per non essere raggiunto da quelle catene che troppo spesso soffocano chi conduce una vita ordinaria e teme il cambiamento.
Persone che hanno cambiato quello che fanno e questo ha cambiato la loro visione del mondo, persone che nutrono il loro rapporto con la natura, che hanno visioni e fanno offerte agli Spiriti, per poter finalmente respirare e alzare gli occhi verso un cielo stellato.
Cosa ne sarà di questa nuova tribù, dispersa e appena nata, è ancora presto per dirlo, la speranza è che ci si possa riunire per muoversi verso un obbiettivo comune, per riprenderci la nostra identità, i nostri spazi, il nostro tempo e la capacità di Sognare un mondo diverso, per poterlo creare con le nostre mani.